venerdì 29 maggio 2015

Utilizzo dei Cookies

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I suddetti biscotti verranno confezionati, conservati in luogo fresco e asciutto e, una volta scaduto il termine di utilizzo, verranno distrutti.

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Ok, basta leggere.

Non sto scherzando, piantatela.

Se mi arrivano delle multe per questo, ve le giro!! 

Grazie.

giovedì 28 maggio 2015

Pinguino Gerundio

Pinguino Gerundio è un pinguino che vive a Torino. 

Attraversa tutto il giorno la città in lungo e in largo, fotografandosi, quando può, mentre svolge le sue attività domestiche, lavorative, ricreative.

Dalle sue esperienze e delle sue sensazioni, nasce una pagina di condivisione, su Facebook, la pagina di Pinguino Gerundio.

Pinguino Gerundio ama coniugare i verbi al gerundio.

Condivide, con l'autrice di questo blog, una passione per l'Arte e un lavoro un po' noioso, nonché traballante.

Il grosso problema di Pinguino Gerundio è trovare il momento giusto per realizzare le sue fotografie. Un po' teme il giudizio della gente, benché in fondo non la conosca questa "gente", e la risata che potrebbe sorgere spontanea nel vedere una signora che piazza un pinguino di plastica nei posti più assurdi per fotografarlo.

Supererà le sue paure? 

Il suo progetto artistico verrà apprezzato? 

Almeno il posto di lavoro, riuscirà a tenerselo?

Vedremo.


martedì 26 maggio 2015

Pinguini a Colazione

“Colazione sull’erba” Manet - 1862 -63

Il famoso dipinto di Manet, esposto per la prima volta al Salon des Refusés nel 1863, provocò forti reazioni emotive nel pubblico. Già respinto dal Salon ufficiale, la critica non accolse bene l’opera dell’allora trentenne pittore parigino. 



Manet disse di aver concepito l'idea del picnic, dopo aver studiato e ammirato (e poi fotografato con il cell, perchè non aveva soldi per acquistare la cartolina al negozio di souvenir del Louvre) il Concerto Campestre di Tiziano.
Molto probabilmente, il picnic campestre era anche una scelta più abbordabile per la famiglia Manet, rispetto al ristorante campestre, e sicuramente più salutare del McDonald Campestre.

La critica contestò duramente la scelta stilistica dell’autore.

Il nudo femminile, in netta contrapposizione con il “vestito maschile” (si dirà così? boh…), l’accostamento di colori caldi e freddi, e soprattutto la prospettiva poco aderente agli schemi classici rendevano le immagini dei personaggi quasi “ritagliate” e “incollate” sullo sfondo del bosco. Soprattutto il pinguino, sembrava “ritagliato e incollato”, ancora peggio dei personaggi umani.

"Oh, sentite” rispose seccato Manet “faccio l'operatrice part-time in un call center, mi occupo di tre figli, da poco gestisco magistralmente una fantastica pagina Fb (N.d.A.: Se i quadri parlassero come gli operatori di Call Center) sull’arte, non ho tempo per perfezionarmi anche nella computer-grafica!”.

“Minchia, modesto ehh!!” rispose la critica.

“Hai chiamato il dentista per Sara?” intervenne inopportunamente il marito di Manet.

“Oggi sono di riposo” tentò di giustificarsi il sempre attanagliato dai sensi di colpa artista parigino “ho fatto la spesa, i letti, le commissioni… Ho già anche saltato gli asparagi  per stasera, uffa, lasciatemi in pace a giocare con i miei pinguini”.

"Sì, ma mica ti pagano per fare 'ste cavolate, e ci perdi un sacco di tempo!" fece notare la critica.

"E allora? Prenderò un permesso pagato... Ah, no aspetta... Sento freddo!" pensò Manet (N.d.A.: Questa è troppo subliminale per essere spiegata).

In seguito la critica dovette ritirare parte delle critiche al lavoro dell'artista, in quanto studi approfonditi sull'opera di Tiziano rivelarono quello che Manet aveva veramente voluto svelare agli occhi dei poco attenti visitatori del Louvre: i pinguini sono ovunque.


sabato 23 maggio 2015

Gita a Cuorgnè. 23 maggio 1002.

"Ricostruzione romanzata basata su documenti storici".

Un uggioso sabato sera di metà maggio, nell’anno domini 1002 d.C., il marchese Arduino da Pombia e la moglie, Berta degli Obertenghi, si recarono in visita a Cuorgnè. 

I marchesi avevano passato l’intero pomeriggio in dilettevoli passatempi, tipici della nobiltà dell’epoca. Arduino si era recato dal barbiere di corte, per l’annuale tonsura del secondogenito Davide. Berta si era dedicata al suo passatempo prediletto, l’arte. 

Dopo aver preparato tele, pennelli e terre colorate alle figlie, le aveva lasciate a devastare le cucine del palazzo. La figlia minore, che verrà spesso citata nelle cronache dei secoli successivi, come la leggendaria Ilaria L’Isterica, aveva brandito ed agitato per tutta casa un pennello sbrinciante tempera verde, al grido di “è sporco, è sporcoooo”. 
La marchesa, finito di ripulire il gran casino, passò il resto del pomeriggio ritirata nei suoi alloggi, a decorare riproduzioni di antichi quadri, deturpandoli con scritte da lei considerate amene (N.d.A.: si possono ammirare le sue creazioni sulla pagina FB Se i quadri parlassero come gli operatori di CallCenter ).

Prima di uscire, i nobili coniugi decisero di far dormire un po’ Ilaria, ma l’impresa si rivelò più ardua del previsto. 
“Dormirà in carrozza” fu l’inesatta sentenza del padre.

Al calare del sole, la famiglia uscì, in nobile corteo, dribblando abilmente l’amministratore di corte, venuto a chieder notizie della rata di marzo dell’approvvigionamento legna per le stufe del palazzo reale.

Arduino, nelle sue visite in campagna, era solito condurre da sé la carrozza. Sua moglie sedeva accanto a lui, fornendogli indicazioni sulla direzione da prendere e cantando le sue canzoni preferite. Gli storici non stentano ad immaginare, anche rileggendo i diari personali del marchese, come in certi frangenti Arduino si ritrovasse a pensare “Ma quella sera, se attaccavo bottone col barista, non era meglio?”.
Nei rari momenti in cui Berta taceva, gli strilli di Ilaria L’Isterica coprivano persino il nitrire dei cavalli. “Ho bibi pancia, ho fameeee”. 
“Mangerà in pizzeria” fu l’inesatta sentenza del padre.

Una volta giunti in quel di Cuorgnè, fecero visita alla rinomata Crota locale, rimpinzandosi di focaccine (tutti tranne Ilaria), formaggi di produzione locale e polenta (tranne i nobili rampolli, che non apprezzavano i gusti forti dei formaggi stagionati).
"Hanno mangiato pizza come al solito" avrebbe commentato la nonna, se mai avesse letto il blog di Berta.

Le cronache ci raccontano di come Arduino e famiglia presenziarono quindi al corteo di sbandieratori, villici, monaci, suonatori di tamburo, crociati, appestati e cavalieri a cavallo. 
Il marchese assistette felice alla gioia di suo figlio, che esultava nello scoprire che i cavalli del corteo avevano lasciato nelle strade dei cumuli di cacche alti come un bambino di 2 anni. 
“Da grande farai il cavaliere figliolo?” chiese Arduino. “No, farò il tamburo!!”. 

Arduino aveva già attraversato un dolore simile quando, accompagnando il figlio alla prima partita di basket della sua vita, e avendone notato con gioia l’eccitamento e lo stupore, aveva domandato “Da grande farai il giocatore di basket?”. “No, voglio entrare nella tifoseria della PMS, uooooooo!!!”. 

La serata era ormai conclusa, la famiglia si incamminò verso la carrozza. 
Ilaria L’Isterica, che già all’andata aveva dormito poco, decise di sottolineare con un potente gesto artistico l’incapacità educativa dei marchesi, e al contempo volle battere il record, precedentemente detenuto dal fratello, di peggior viaggio in auto in famiglia. Da Cuorgnè a Torino, il pianto fu ininterrotto. 
“Crollerà prima di arrivare a casa” fu l’inesatta previsione del padre. Ancora un quarto d'ora di feroce tira e molla attendevano i genitori nelle stanze delle principesse.

La marchesa, prima di andare a dormire, compilò i diari familiari e aggiornò il suo blog, permettendo così a noi storici la ricostruzione di una giornata di svago e riposo, di una famiglia di nobili, nel Piemonte di mille anni fa.


venerdì 22 maggio 2015

UansAponATaim S01 E08

Ricapitoliamo in velocità:

- Il 7 gennaio 2015 vado in crisi mistica e comincio a piazzare su FB degli sbrodoloni di contestazione religiosa;

- Poi apro il blog, (e la relativa pagina FB, Camping Cucina e Bon Ton nel Deserto) perchè su FB (giustamente) cominciavano a dirmi “ma perché non ti apri un blog? (e te levi n’attimo dalle palle?)”;

- Dopo poco, anche sul blog ho lasciato un po’ perdere dio, e ho deciso di aiutare la mia migliore amica Concetta ad appassionarsi alle entusiasmanti vicende di UansAponATaim;

- Ma niente, mi sono distratta e ho cominciato a raccontare le vicissitudini della mia famiglia; 

- Grazie ad una scoperta casuale su Twitter, che utilizzavo alla cazzo solo perchè mia sorella è troppo schiccosa per FB, mi sono avvicinata al meraviglioso mondo dei pinguini, approfondendo sul blog la presenza dei pinguini nell’arte moderna;

- I pinguini e l’arte hanno causato a loro volta un ulteriore spin-off, “Se i quadri parlassero come gli operatori di call-center”; 

- Peccato esserci arrivata solo adesso, che il call-center è impanato e pronto per la frittura. Vabbè, pubblicherò fin che ne avrò voglia (macerandomi sempre e comunque l’anima sul perchè la pagina del blog ha attirato meno di 80 visitatori in 3 mesi e la pagina dei quadri più di 300 in 2 giorni).

Concetta, solo per te, che mi capisci o fai finta bene da venti e fischia anni:

Stagione 01 Episodio 08

In questo splendido episodio, approfondiamo la storia di Tremotino, e di come si sia trasformato da padre single e contadino (abbandonato dalla moglie in quanto disertore) nel Bel Signore Oscuramente Tenebroso.

Il figlio di Tremotino, Baelfire, viene arruolato a 12 anni nell’esercito del re, impegnato nella guerra contro gli orchi. 

Un mendicante sconosciuto suggerisce a Tremotino di rubare il pugnale magico che premette di evocare e rendere schiavo il signor Oscuro, il più potente mago del paese, al servizio del re. Chiunque avrebbe pensato che, se il re aveva in pugno un tale essere, avrebbe già vinto la guerra. Ma Tremotino non è particolarmente sveglio, e si fida.

Rubato il coltello ed evocato il signor Oscuro, finisce per ucciderlo cedendo alle sue provocazioni. La magia lo costringe a diventare lui stesso il signor Oscuro (che non era altri che il mendicante, che si era stufato di fare l’Oscuro, ma non poteva morire, se non per mano d’altri e con quel particolare pugnale).

Dopo aver atteso circa due ore in coda allo sportello 32 dell’Anagrafe Comunale, Tremotino aggiunge al suo cognome Oscuro, trasformandosi così nel signor Tremotino Maria Oscuro.


A Storybrook si cerca un nuovo sceriffo, Reggina vorrebbe piazzare il giornalista amico suo, Sidney, che nel Bosco Infrattato era lo Specchio Magico. Ma Emma convoca un assemblea cittadina per la settimana successiva, in quanto lo sceriffo è una carica elettiva. Per tutta la settimana i 49 abitanti di Storybrook partecipano ad una serrata e fitta campagna pre elettorale, non si sa come ma pare che Sidney abbia addirittura un giornale e un’emittente televisiva. Giornale che probabilmente conta ancora meno lettori di questo blog. 

Alla fine, grazie ad un triplo salto carpiato di sotterfugi, controsotterfugi e imbrogliose meschinità mediatiche del Signor Gold, Emma vince. Ma adesso deve un favore a Gold.

… To Be Continued ...


Ah, se Tremotino avesse letto le Condizioni Generali di Contratto presentate del mendicante, molte cose sarebbero andate in maniera diversa.

Un piccolo cadeau della buonanotte: Tremotino in coda all'Anagrafe.



martedì 19 maggio 2015

Klimt e i Pinguini

Gustav Klimt, pittore dei primi del ‘900, massimo esponente del ramo austriaco dell’Art Nouveau.


Una foto di Gustav, nel suo studio, in compagnia del suo cucciolo di pinguino.


Cresciuto a Vienna, in una famiglia di spiccate tendenze artistiche, Gustav fu il secondo di 7, tra fratelli e sorelle, e tutti si dedicarono ad una carriera artistica. 
Tutti tranne Manfredi Klimt, che vinse un concorso alle Poste, perché qualcuno doveva pur camparla la numerosa famiglia, devastata dalla crisi economica in seguito al fallimento dell’Expo Universale di Vienna del 1873 (perchè gli Expo devastavano le economie locali già 142 anni fa…). 

I Klimt riuscirono poi a risollevare le loro sorti aprendo un allevamento di pinguini di razza, splendidi e ricercatissimi animali di compagnia.

Il giovane Klimt studia arte al KunstGewurzTraminer di Vienna, dove si appassiona all’arte dei mosaici e alle tecniche della ceramiche. I suoi parenti ne approfitteranno spesso per farsi rifare i bagni, con la scusa dello stage formativo.

Nel 1898 partecipa alla prima mostra del movimento artistico della Secessione Viennese. La Secessione, da lui fondata l’anno prima, aveva anche una propria rivista, "Ver Sacrum", che i secessionisti distribuivano al mercato rionale, importunando i passanti al grido di “Ha cinque minuti per parlare degli elementi decorativi ispirati all’iconografia greco-egiziana?”.

Referenze iconografiche del pinguino, in veste di animale-mito, si trovano già nei primi pannelli decorativi a tema “L’albero della vita”, pannelli dalle vaste dimensioni, dove la forza dirompente e dissacrante del pinguino colpiva le menti dei viennesi, abituati a stili altrettanto raffinati, ma più classici.

Particolare del fregio L'Albero della Vita - 1905 - 09.
Non sarà certo qui, in questo ridicolo blog, che ripercorreremo con esattezza tutte le tappe della sua produzione artistica. Ma ecco due delle sue opere più belle e note. Potrebbero stare lì, mute eppure ancora vive dopo quasi un secolo, a trasmetterci tutta la forza e l'espressività che contengono, e a noi non resterebbe altro da fare se non stare zitti ed ammirarle. Ma perdere una così brillante occasione per sparare ancora due cavolate prima di andare a dormire? Perché??

Un particolare de “Le Tre Età della Donna”, del 1905. Rappresentazione della  Maternità, nella dolcezza dell’abbraccio al coccoloso pinguino cicciotto, avvolto nelle braccia protettive, i corpi incorniciati nelle decorazioni a mosaico dorate, avanzate dalla ristrutturazione del bagno della zia Clotilda.



“Il Bacio” forse l’opera più nota al vasto pubblico, dipinta nel 1910, dove la donna sembra volersi opporre al pinguino. Entrambi indossano vesti riccamente decorate. Lo sfondo è ricoperto dai soliti mosaici dorati avanzati dal bagno della zia Clotilda, che in un primo momento voleva ricoprire di piccole piastrelline dorate anche l’asse del water e i portasapone, ma poi i figli la convinsero ad optare per il più comodo e caldo peluche, almeno per l’asse del water.



Nella sua opera si rifletteranno le influenze dei più svariati e distanti elementi, dai mosaici dorati di Ravenna, alle allora recenti teorie della psicanalisi, dal simbolismo alle musiche psichedeliche del condomino del piano terra, che non poteva permettersi un buon accordatore per il clavicordo suonato dal figlio. 


Momento Amarcord:

Nel 1998, il candido Palazzo della Secessione venne interamente ridipinto di rosso, per celebrare il centenario della prima mostra dei secessionisti. 
Proprio quell'anno visitai Vienna in occasione di una gita scolastica di terza superiore. (Quarta...). Quarta. Oh, chi è che parla? Esci dalla mia testaaaa... 

Ah, quanti bei ricordi...

Di giorno si scarpinava per strade e stradine, dai parchi alla Hundertwasserhaus, piacevolmente sospinti da una lieve e fresca brezzolina  d'aprile, per proteggerci dalla quale erano più che sufficienti due felpe/giaccone/guanti/sciarpa/ passamontagna e grasso di balena spalmato sulle guance.

Tra una visita e un museo, eravamo liberi di passeggiare nel centro e ammirare la splendida AlexanderPlatz, per poi strafogarci di Sacher autentiquanto costaaa??? Maronn, c'è un McDonald laggiù... 

Visitammo anche Schönbrunn, i giardini reali e gli appartamentiquanto a persona gli appartamenti? No, vabbè, noi vi aspettiamo nei giardini... 

Questo anche per dire a Gramellini che è tanto bravino, ma della questione gita/ disponibilità economica delle famiglie italiane non c'ha capito granché, secondo me.



lunedì 18 maggio 2015

Curriculum Vitae dell'Autrice

*** DON'T PANIC *** 
(cit. Guida Galattica per Autostoppisti)

Ho dichiarato lo stato di agitazione, nel mio cervello. Me lo dichiaro da molte mattine a questa parte, quando mi guardo allo specchio, e i capelli si agitano pure loro, che già non sono mai stata capace a pettinarli.

C’è agitazione anche nel mio stomaco, e non dipende dai rigatoni che ho mangiato a cena, saltati con porri e asparagi, e accompagnati da birra scozzese doppio malto. 

C'è agitazione a tavola e in cucina e in camera da letto, e io non sono una bella persona quando mi agito, quindi cerco conforto e rassicurazione in mio marito, che propende per la fuga verso migliori lidi. I lidi della Germania. Argh. Niente, non mi è di consolazione manco lui stasera, quindi, valutando le altre possibilità... vediamo un po', che lavori offre il mercato adesso? Spulcia qui e là, "allega il curriculum", mi dice Internet. 

Fermi tutti. Io non ho un curriculum da allegare.

"Ma sei scema?" mi risponde Internet "clicca qui, e compila il tuo cv in poche facili mosse, a scelta tra 8537 modelli grafici differenti".



*** OK, PANIC *** 
(cit. Balle Spaziali)


Cominciamo bene.

Dopo aver tentato l'accesso a diverse piattaforme di “crea il tuo cv online”, e aver pasticciato qui e là con il copia/ incolla, e la mia scarsa memoria, mi sono resa conto di non essere pronta. Non so cosa cazzo scrivere sul mio curriculum.

Ok, forse devo solo riprenderci un po’ la mano. 
Una volta ero molto brava. Cambiavo lavoro ogni 3 mesi, avevo Cv per ogni stagione, per ogni profilo richiesto, a seconda dei casi avevo la terza media, la laurea, sbagliavo i congiuntivi, parlavo l'aramaico... ero la regina trollatrice dei responsabili selezione del personale. Millantavo conoscenze, competenze e capacità da plurilaureata del Mit di Boston. 
Boston, frazione di Quaqqueruglia, Massachusetts. 
Tanto, per fare l'operatrice outbound TeleDue, ero abbastanza certa che non mi avrebbero testato davvero sull'aramaico.

Adesso ho perso un po’ il ritmo, non ho più la fluente e spudorata lingua menzognera di 15/18 anni fa, quando le mie pressoché nulle capacità ed esperienze venivano esaltate da tragicomici giri di parole, e trasformate in mirabolanti imprese lavorative. 
Ero brava a dire che i 2/3 mesi estivi passati a cazzeggiare a Londra, alla cassa di un fast-food, a 17 anni, erano "un’esperienza formativa all’estero, in completa autonomia, con approfondimenti linguistici, gestione dei flussi contanti, compilazione giornaliera di report per il team e gestione magazzino".

Would you like some ketchup? Medium fries? Do you want to go large?”= approfondimento linguistico.
Here’s your change, Mister!”= gestione dei flussi contanti.
Zero Whopper, no fries left!!”= report.
Stock some more napkins, please!”= magazzino.

Quindi, prima di compilare il CV vero e proprio, che mi servirà tra qualche mese/ anno, provo a fare la brutta:

Dati Anagrafici:

Ciao, mi chiamo Adriana, ho 34 anni ma vado per i 40, ho tre figli (no, non si è rotto il preservativo, li abbiamo proprio voluti, nah… non siamo ricchi di famiglia, sì bravo, siamo poco riflessivi e molto ottimisti, a tratti).
Abito a Torino e sono GTTAbbonamento munita ma so guidare la macchina. Che c’entra se ho o non ho la macchina, tu fammi avere dei soldi che io il modo di presentarmi al lavoro lo trovo. Idem per la sistemazione figli, ho due coppie di nonni, e non ho paura di usarli. Anche se minacciano costantemente l'espatrio.

Studi:

Maturità quadriennale presso il Primo Liceo Artistico di Torino nel 1998, con la pazzesca votazione di 54/60. E sì, poi è arrivato l’euro e si è passati ai centesimi, in centesimi avrei preso 90 €. Capacità tecniche di disegno dal vero pessime, ma copio molto bene soggetti complessi che vanno dalla Principessa Sofia alla Dottoressa Peluche, sono abile anche nella realizzazione di cos-play artigianali con cartone, colla vinilica e tappetini per il bagno.

(Oh, come dimenticare l’imbarazzante ed inutile Anno Integrativo, perso al solo scopo di equiparare burocraticamente la matura quadriennale alla quinquennale.)

Laurea triennale in Disegno Industriale, della quale conservo veramente pochi e vaghi ricordi delle nozioni tecniche apprese, simpaticissimi ricordi dei progetti assurdi pensati e disegnati con la mia futura esimia collega (nella professione di mamma) Annalisa, che ancora adesso a ripensare a certe idee ci spanciamo dal ridere per ore (seguirà probabilmente post dedicato). Ho imparato a usare qualche programma di fotoritocco e impaginazione, ma immagino che in 10 anni il mondo “sia andato avanti, Ronald”.
Ripensandoci, avrei preferito fare Lettere.

Esperienze professionali:

96/97, estate: Cassiera al Burger King (inglese&cazzeggio, oh, mi avanza una certificazione di conoscenza della lingua inglese PET-Passed With Merit, la vendo, chiamare ore pasti, e io mangio a tutte le ore).

2001/02, serate a caso: Cameriera pizzeria.

2002, 150 ore: Stagista (obbligata dal percorso di laurea) presso studio grafica web, fuggita a gambe levate allo scoccare della 150esima ora, mentre alle mie orecchie un'eco di "se vuoi fermarti qualche ora in più per imparare...gratis, ovvio" sfumava lentamente. 
Non mi sono mai permessa di lavorare gratis, e ci tengo a ribadire che aggratis sto giusto a casa a grattarmi la pancia sul divano. E dopo 3 gravidanze, grattarmi la pancia può richiedere ore. (Dovrò ammorbidire con sagge parole questo concetto nei colloqui che un giorno ricomincerò a fare, e per ammorbidire mi concentrerò... La battuta sull'ammorbidente Coccolino Concentrato siete grandi, fatevela da soli).

2002: 3 mesi Callcenter 4040 Tim trova tutto. Buono per l’epoca, ma poi anche la TeleGate del Lingotto è andata a ramengo. E nel frattempo avevamo acquistato casa a Lanzo, quindi, dopo una toccata e fuga in un mobilificio di pazzoidi dediti al multi-level marketing, approdo all’Electech. 

2002/3 6 mesi: presso ElecTech, operaia addetta al montaggio schedine elettroniche a 6.000 lire all’ora, anche se c’era già l’euro. 6 mesi in nero, promessa di contratto, proposta finale Co.co.pro. Copro, dal greco merda, è quello che auguro ancora oggi loro di mangiare.

2003: 2,5 mesi alla Tecnocasa, a chiedermi, tra me e me, "ma cazzo, se citofono e chiedo se conoscono qualcuno che voglia vendere casa, e mi dicono di no il martedì, non credo che il venerdì abbiano cambiato idea, o no?" Non ero portata, ma bei ricordi.

2003: 6 mesi al call-center outbound, 9 ore al giorno, pagata a ore, non a vendita (ma qualcosa vendevo), in un’epoca di linea internet a 56 k e prime Adsl a boh? 224 k? non ricordo…

2003/4: 10 mesi di “andirivieni” dalla Manifattura Tessile di Nole, data entry di ripiego, richiamata per sostituzione maternità e, sai che c’è? Me la sono fatta anch’io un po’ di maternità, avevo ancora una virgola di coraggio nel 2004, e non temevo il mancato rinnovo, che non è mancato.

2005, maternità, scrittura tesi di laurea che nel frattempo era rimasta in sospeso, rubo i miei 100/110 con una cosa assurda sul marketing dei vini (che probabilmente esplicherò nell’apposito post) e aggiorno finalmente tutti i miei millemila cv in carico alle varie agenzie interinali, da “Laureanda” a “Laureata”, signore e signori. 
(Prima proposta, “selezionatrice di rifiuti” all’amiat, contratto di 3 giorni più proroghe. Lo avrei anche fatto, ma stavo allattando e l'ambiente era, a detta della responsabile del personale, "un po' denso di acidi nocivi". Uhm. In quel periodo facevo anche gli inventari notturni, contratto di 6 ore più proroghe. Nel 2005 ho presentato al 730 6 Cud diversi.)

Novembre 2005. Ultima esperienza del curriculum, Assistenza Clienti Inbound.

E adesso, vedremo come va a finire. Non credo bene, visto che ho riscritto il mio curriculum e sto spulciando on-line i corsi formativi patrocinati dalla regione e dal comune. Forse sono io, che mi sento sempre inadatta, incapace, sfortunata e inutile come Marvin, l'androide paranoico. 
Chiuderei con un ottimistico e bipolare:

"Se paghi la gente con le noccioline, avrai le scimmie a lavorare".



domenica 17 maggio 2015

Dama con Pinguino

Il pinguino è sempre stato, nei secoli, uno dei più importanti protagonisti della storia dell'arte. 
Presente in centinaia di opere, delle più diverse epoche, in veste di soggetto, spesso protagonista, a volte idealizzato o iconizzato.

Un bellissimo esempio è la famosa "Dama con il Pinguino”.

Olio su tela di Leonardo da Vinci, risalente al 1488/90. Le dimensioni ridotte dell’opera, circa 55 cm per 40, non impediscono all’artista di profondersi in apprezzabili e realistici dettagli, dagli splendidi ricami dell’abito della dama, all'imperioso e intenso sguardo del pinguino.

Il pinguino era molto di moda nelle corti nobiliari di fine '400. Leonardo raffigura la dama, probabilmente la giovane attivista Cecilia Gallerani, mentre tiene saldamente in braccio il suo pinguino Baldassarre.

Il bianco candido del mantello crea un forte contrasto con le ali e il capo neri, avvolti nel cupo rubino e turchese delle vesti della dama. 

Lei sembra volgere lo sguardo verso qualcuno in arrivo nella stanza. Probabilmente guarda verso il marito, che le sta dicendo “La pianti di cazzeggiare con 'sti pinguini e vieni a dormire, che sono le undici e fischia?”. 
“Che ti frega” risponde lei “domani mattina viene mia mamma a prendere i bambini”. “Vabbè...".

Lo sguardo del pinguino fa da splendido contrappunto, voltato dalla parte opposta, probabilmente verso la cucina, dove aleggia ancora un vago odore della frittura di calamari della domenica sera. 
Un’ottima frittura, accompagnata con birra spagnola alle spezie.

Lo sfondo nero non solo permette alle due figure di risaltare, ma è anche molto comodo da stendere per coprire i macelli precedentemente fatti dall'artista nel tentativo di riprodurre le psichedeliche tappezzerie in voga nel '400.

Seguiranno (spero, salvo denunce, e se trovo tempo e voglia) ulteriori post sul pinguino nell'arte e nei secoli.


giovedì 14 maggio 2015

UansAponATaim S01 E07

Stagione 01 Episodio 07

Breve intro per chi si fosse messo a leggere adesso il blog. 
Questo è un riassunto a puntate della serie OnceUponATime.

La storia si svolge a Storybrook, dove ci sono i personaggi delle fiabe, che popolavano il Bosco Infrattato, trasportati dal malefico sortilegio di Reggina. Resi immemori, ma non orbi di tanto spiro, in quanto ancora vivi, non ricordano le loro vite passate. Di puntata in puntata si riscoprono le loro personali vicende nel Bosco, e come queste si siano evolute per arrivare poi a Storybrook e al sortilegio.

Breve riassunto... Mah, manco mia madre legge sto blog. Vabbè.

Il cuore è un cacciatore solitario (e un po’ scemo).

Uouououoooo, la puntata che tutte le fan di Jamie Dornan, Mr.50 sfumature, stavano aspettando… 

Comparso fugacemente nei precedenti episodi di UansAponATaim:



Lo Sceriffo era un tempo il Cacciatore. Non era famoso per essere proprio il cacciatore più furbo del villaggio. Diciamo che la sua esistenza un po' consolava quella dello scemo del suddetto villaggio.

Il Cacciatore si aggirava, insieme al suo lupo, nel Bosco Infrattato. Il suo lupo era particolare, aveva un occhio nero e uno rosso, tipo il Malvagio Dottor Zero, solo che non aveva quattro occhi giallo rosso giallo blu, e non era neppure malvagio, quindi niente, leviamo Fantaman dalla storia e torniamo al Cacciatore. 
Il Cacciatore si aggirava, un po' per cacciare, un po' perché si perdeva spesso. Era stato allevato da un branco di lupi, che quando tornava a casa gli dicevano "Porta il cane a pisciare, oh, attento... è scappato di nuovo, inseguilo...". E lui ripartiva, inseguendo un cane che ovviamente non era mai esistito, ma così i lupi se lo levavano dalle balle per altri 3/4 giorni.

Reggina lo nota una sera, mentre fa a botte con un po’ di gente, convinto che avessero nascosto il suo cane per rapirlo, e lo assume per cercare BiancaNeve, fuggiasca nella foresta, e ucciderla e per poi portarle il suo cuore.
- Il mio?
- No, scemo, il suo di lei.
- Ah.

Il Cacciatore trova subito BiancaNeve, ma mentre sta per ucciderla, lei gli chiede di portare a Reggina una lettera scritta di suo pugno.
- Il mio?
- No, scemo, il mio.
- Ah.

Lui legge la lettera, si commuove in quanto BiancaNeve chiede a Reggina di accettare la sua morte come estremo sacrificio per la redenzione del popolo del Bosco Infrattato (vagamente blasfemo, ma vabbè, sono sempre quelli di Lost), e di non dar loro mai più fastidio.
- A chi non devo dare l’oro?
- Ma quanto sei scemo… 

Il Cacciatore lascia libera BiancaNeve e porta a Reggina il cuore di un daino. Ma Reggina non si lascia ingannare facilmente…
- Sei proprio certo che sia di BiancaNeve?
- Ehm.. sì, sì, certo!
- Ma dai… no…
- Sì, in effetti è di un daino, ma come hai fatto?

Al che, Reggina strappa il cuore a lui, privandolo della capacità di provare emozioni, e lo rende suo schiavo.

A Storybrook, il Cacciatore è lo Sceriffo. Lo Sceriffo, amante di Reggina, incapace di provare emozioni. 
Il classico Sceriffo, volenteroso ma lento, che però una sera si ubriaca e finalmente trova il coraggio per baciare la sua amica bionda. (N.d.A.: Questa è anche la puntata de "La Signora in giallo" che tutti avremmo sempre voluto vedere). 
Ma Emma lo allontana e lui va a farsi Reggina.

Nel sonno dopo-sbronza, sogna di uccidere un daino. Si sveglia confuso, attanagliato dalle visioni di un lupo con un occhio nero ed uno rosso. Avendo bisogno di un parere autorevole sul dopo-sbronza, va a trovare MaryMargaret, che gli prepara il suo famoso frullato di pomodori, sedano, cetrioli e bitume. 
Mary gli racconta delle strane fissazioni di Henry, suo allievo a scuola, sui personaggi delle fiabe e sugli allucinogeni.
- Ha sempre lo sguardo perso nel vuoto, e ti racconta queste storie incredibili...
- A me?
- A me, scemo.

Al che, lo Sceriffo va a chiedere spiegazioni al bambino. Ovvio, uno sceriffo mezzo ‘mbriaco ferma per strada un bambino, che in orario scolastico non è a scuola, anzi sta facendo la fila davanti al chiosco della piccola fiammiferaia, la nota spacciatrice locale.
- Tu sai perchè non riesco a provare emozioni?
- Perché Reggina ti ha strappato il cuore e lo tiene in cofanetto nella sua tomba di famiglia.
- La tomba della famiglia di Reggina?
- Urca! Ci hai azzeccato… dai, no… era solo culo…
- No, non era il culo del daino, era il cuore.
- Scusa, devo andare a portare a spasso il cane.

Henry si allontana facendo finta di reggere un guinzaglio invisibile. 
Poco dopo, lo Sceriffo incontra Emma e insieme vedono un lupo, lo seguono e arrivano alla tomba di cui gli aveva parlato Henry. Ma dentro c’è Reggina, che vedendoli insieme fa scattare una catfight memorabile, per poi essere mollata dallo Sceriffo.

Rimasta sola, Reggina, recupera il cofanetto con il cuore del Cacciatore e lo stritola, polverizzandolo tra le sue mani. 
Nello stesso istante, lo Sceriffo, che stava baciando Emma, si ricorda in un lampo la sua vita passata, di come un tempo fu il Cacciatore nel Bosco.
- Se Henry ha ragione, Reggina lo ucciderà!
- Chi? Henry?
- No, io, il Cacciatore!
- Tu sei lo Sceriffo...

- No, sono il Cacciatore e Reggina mi ucciderà, lo ucciderà
- Ma chi??
- Stocazz....

*Muore.






... To Be Continued ...




domenica 10 maggio 2015

Gita a Superga. 10 maggio 2015.

Tu, sei la loro preda.

Loro, sono ovunque.

Sono alla fiera rionale, sono alle giostre, sono davanti alle chiese. Tu sai che loro sono lì, non possono non esserci, ma corri il rischio. Parcheggi. Cammini spensierato. Quasi ci speri, ce la stai facendo. Poi volti l'angolo, alzi la testa.

La prima a spuntare, veleggiante sopra tutti, è Masha. Abbracciata al suo cacchio di orso.

E poi, come un'inquadratura che si sposta dal piccolo papavero all'immenso campo fiorito, bambini con HelloKitty e Spidermam svolazzanti, agganciati ai polsi o al passeggino, MinyPony e Barbie ovunque. C'è pure BuzzBee. Dai 5 ai 10 euri a botta.

Ed ecco quindi qualche piccolo suggerimento per genitori/ accompagnatori di pupi a spasso, quando ci si sente rivolgere la fatidica domanda "palloncino!!" (*che il più delle volte è un'affermazione, più che una domanda):

1) Palloncini? Non sono mica in vendita, servono a decorare la basilica (o fiera, mercato, bancarella, giostra, etc.);

2) Palloncini? Non sono mica in vendita, stanno girando il sequel di Up;

3) Palloncini? Quali palloncini? (*nel frattempo, qualcuno dovrebbe velocemente sganciare il mazzo dal peso che li tiene a terra) "Oh guarda, come volano...";

4) Palloncini? Ma certo, e poi? Poi la DROGA... no!!!

5) Palloncini? Stasera ti faccio vedere It, poi vedi cosa succede a chi compra i palloncini.

Spero di esservi stata utile con questi suggerimenti e... cosa? Superga? Oh, sì, il titolo, giusto...

Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, era in guerra (*ma gliela combattevano i soldati, mica se la faceva da solo) con i franco-spagnoli.
Salito sul colle sopra Torino, per guardare i movimenti degli eserciti nemici, e anche perché il 4G prendeva meglio e voleva guardasi la partita in streaming in santa pace, fece voto alla Madonna che se avesse vinto, le avrebbe costruito un santuario fichissimo. Così fece, nel 1731. 
Lui intendeva "se lo Chambery avesse vinto la Champions", ma la Madonna gli fece vincere la guerra intera, perchè ci teneva ad avere il santuario più strafigo di tutte le sue amiche sante.

A Superga non c'è solo la Basilica, ci sono anche gli appartamenti reali e le tombe dei Savoia. Molto carina la Stanza dei Papi, dove sono appesi, a giro cronologico, i ritratti di tutti i papi. Ma lo spazio si sta esaurendo, e cosa succederà quando avranno riempito anche l'ultimo giro di parete?
Funziona un po' come il calendario dei Maya, ci sarà... LA FINE DEL MONDO!!!






sabato 9 maggio 2015

Il pannolone. I primi giorni.

Comincerei subito da un fondamentale del pannolone: va cambiato. 
Non ogni 5 minuti, per carità. Ma prima o poi, va fatto.

"Anche bagnati restano asciutti...” è tecnicamente vero, i bimbi pisciano e il pannolone assorbe rapidamente. 
"... fino a 12 ore!”. Fino a 12 ore cosa? Non ci sarà qualcuno disposto a credere che si possa NON cambiare un pannolone per 12 ore?
Dice, di notte dorme, non lo sveglio per cambiarlo… Dorme 12 ore di fila, dodici? Ok, te lo sveglia la guardia medica. 
Di giorno sì, magari puoi non cambiarlo, ma dopo 12 ore di pisciate il bambino si porterà appresso una papogna di circa 8 kg appesa al sedere. E di giorno, se beve ancora tanto latte, e in 12 ore non si fa neanche una mezza cagata, idem come sopra, prima o poi ci penserà la guardia medica.

Quindi su una cosa ci siamo, va cambiato. E mi concentrerei su questo perché non ho voglia di entrare nella diatriba usa&getta, ciripà, lavabili… Che ognuno faccia un po’ come si sente di fare. 
Non lavori e non necessiti di un nido? Puoi ricamarli anche a punto croce i pannolini. 
Devi affidare il pupo alle cure altrui? Lascia al personale domestico la libertà di prendere le sue decisoni AHIA MAMMA AHI AHI BASTA SMETTILA AHI… 
Uhm, la nonna non vuole essere considerata “personale domestico” a quanto pare... Bah, quante storie per due contributi che non le ho versato.

Torniamo ai pannoloni. 

I primi giorni a casa. Con il pupetto fresco fresco appena sfornato, tanto carino e coccoloso.

Procuratevi un fasciatoio, pannollini di ricambio, salviette e cremine.
Tenete tutto in prossimità del fasciatoio, onde evitare di trasformarvi in Elastigirl.

Primo.
Non aprite il pacco “a sorpresa”, date una bella nasata cautelativa. Crescendo, e soprattutto svezzando, la cacca tenderà sempre di più allo stato solido. Ma i primi mesi l’intestino dei pupi è una specie di "sac à poche”, piena di crema pasticcera, che a volte scorre bene, altre volte, se c’è la bolla d’aria, spruzza di colpo. 

Secondo.
Se è la prima pupa, appoggiatela sul fasciatoio.
Il secondo depositatelo anche sul divano, magari spostando i panni da piegare della settimana prima, che non gli crollino in testa durante il cambio. 
La terza  potete anche buttarla sul lettone, scostando a bracciate in stile rana i lego che il secondo ha ”appoggiato un momento lì” tre giorni prima.

Terzo.
Sbracate il pupo e rimuovete il pannolone usato. Attenzione alle colate improvvise, come da punto1. 

Se è solo pipì ok. No, ok un cavolo. 
Perché loro prima fanno pipì. Poi stanno bravi un po’. Appena avrete deciso di sedervi, per fare anche voi la tanto sospirata pipì, quello è solitamente il momento in cui vi avvisano che è ora del cambio. 
Così facendo hanno preso tempo per ricaricare la vescica, e appena li smutandate… psssss. 
Le femminucce si lavano la schiena fino al collo. I maschi "li pari con l’asciugamanoooo", o almeno così ti strilla addosso l’infermiera che ti addestra nei primi giorni in nursery. Poi togli l’asciugamano, e di nuovo pssssss. 
Al che un giorno mi sono detta, “Ah sì?”,  e l’ho cambiato di lato. Ma ho voltato la testa per acchiappare la cremina, e non mi sono accorta del fiotto, che dal pisello di Davide si inarcava dorato, stagliando nell’aere un arcobaleno nei toni del paglierino, per al fin calare nell’umidificatore appeso al termosifone.
Dopo due ore circa, quando i termosifoni accesi sono entrati in temperatura, sembrava di stare dentro l’auto quando il gatto fa pipì sulla grata del radiatore. 

Terzo bis. 
La nasata cautelativa del punto primo ha rivelato un tanfo di yogurt vomitato che ad annusarlo troppo vi appare la madonna, vestita da Alessia Marcuzzi? Geppi Cucciari bussa alla vostra porta con un mestolo di fibra di avena appena cagata da un cavallo? Sì, probabilmente non è solo pipì. C’è del materiale. 

Il problema del materiale solido dei primi mesi, è che ha ben poco di solido. Il pupo andrebbe sollevato con presa alle caviglie, e rapidamente tamponato dietro con salvietta, dopo lo strategico arrotolamento del pannolone.

Ma le prime volte afferri le caviglie, tiri su, e un bel rivoletto giallo/verde comincia a colare, seguendo la strada della colonna vertebrale. Tu lo insegui con la salvietta ma allunghi lo sbaffo, insegui e allunghi, insegui e allunghi, alla quarta salvietta hai raggiunto il body arrotolato e alla ventesima salvietta gli stai pulendo le orecchie. Alla trentaduesima, stai pulendo le tue, di orecchie. 
E il pannolone arrotolato di prima? Sta ovviamente colando tutto dai bordi stile  sottiletta del MerdCheese.

Al secondo/terzo pupo, se la nasata vi fa apparire Shakira, che sorride perchè lei ha successo anche quando caga, sì, ed è felice di quello che fa, lo smutandi direttamente sul lavandino. 
Anche se la tecnica che preferisco è (*predisponete i vostri occhietti a cuore, inumiditeli ai lati strizzando una salvietta): “Fraaa, amore, il pupo mi ha fatto capire con lo sguardo che ti cerca, vuole stare in braccio al suo papino adoratoooo, vado un attimo a comprare il pane… “. 
(*rumore di sgommata, pneumatici che stridono sull’asfalto)


Quarto. 
Infilate un pannolone pulito. Se tutto è stato fatto alla perfezione, se per una volta i vostri vestiti non riportano chiazze sospette, se il pupetto sembra volersi riaddormentare, aspettate 5, 4, 3, 2… e via, nuova cagata.

Queste le fasi del cambio nei primi mesi, appena ho un po' di tempo scriverò qualcosa sul "togliere il pannolone come nuova disciplina olimpica".



lunedì 4 maggio 2015

UansAponATaim S01 E06

Stagione 01 Episodio 06

Ero rimasta un po' indietro con i riassunti per la mia amica Concetta, così apro Wikipedia e inizio a riassumere. Alla seconda strofa, “once upon a time, her hopes had died…” comincio a rendermi conto di star riassumendo una canzone di Donna Summer, intitolata Once Upon A Time. 
Infatti non era Hope che moriva nel sesto episodio, era il gemello. Quale gemello? Quello cattivo, come sempre.

Il gemello cattivo di Gnocco, anch’egli chiamato Gnocco(1). 
Era stato adottato in fasce da re George, il quale lo aveva allevato come un principe, guerriero ma viziato. Lo aveva poi prestato a re Mida per sconfiggere un drago. Ma Gnocco(1) era morto, ucciso da un orco, e il re era disperato perchè aveva bisogno dell’aiuto economico di re Mida, per creare oro per pagare i fornitori.
Nelle fiabe c’è sempre questa situazione in cui il genio delle finanze di turno tenta di risanare il bilancio, immettendo sul mercato spropositati quantitativi di oro (o diamanti) procurati tramite sconfitta drago/ furto legalizzato in miniera/ sposalizio con ricca donzella. Ma se i fornitori scoprono che detieni scorte pressoché infinite d'oro, l'oro non varrà più niente. Al che un dragone, vivo, farebbe più comodo.

Alla morte di Gnocco(1), Tremotino si presenta dal re George, proponendogli un nuovo accordo. Qui scopriamo che Gnocco(1) era stato portato al re da Tremotino una ventina d'anni prima, ma esisteva un fratello gemello ("C'è.. ancora... una... speranza..." cit. Nietzsche).

L’altro gemello, Gnocco, viveva con i genitori naturali. Si occupava di "strategy placement on the ground base" & "planning management of daily transport" nel mercato della lana. Faceva il pastore.

Era un inguaribile romanticone, incideva cuori e frasi puccine-pucciose sui tronchi degli alberi che limitavano la radura del suo pascolo, e appendeva ai lampioni del bosco (?) foto di teneri e cucciolosissimi coniglietti appena nati. Voleva sposarsi sì, ma solo con la donna che avrebbe conquistato il suo cuore. Nel frattempo continuava a vivere a casa con i genitori e a giocare alla play.

Re George manda quindi a chiamare Gnocco, e lo assume per sconfiggere il drago. E lui lo sconfigge, applicando tecniche di caccia che spesso usava con le pecore, nella famosa caccia alle pecore (bah... nella prossima vita faccio anch'io la sceneggiatrice all'HBO) e con una combinazione di quadrato cerchio cerchio quadrato triangolo, appresa da Mortal Kombat.

Il re Mida è entusiasta dei servigi resi dal supposto figlio di re George, e oltre ad un considerevole ammasso d’oro, gli promette anche la mano della figlia, AbiGaja.

Gnocco declinerebbe volentieri l’offerta, ma re George minaccia di morte sua madre e lui si arrende, con un dolce lacrimotto a forma di cuoricino che gli rivoleggia sulle gote.


Nel sesto episodio, a Storybrook, David, appena risvegliatosi dal coma, (vedi S01 E03), rendendosi conto che condivideva con sua moglie un profilo di coppia su Facebook, fugge disgustato. Reggina incolpa MaryMargaret, tacciandola di rovinafamiglismo. David nel frattempo si ritrova nel negozio del sig.Gold.

- Ohh, ma sei quello di FullMonty? Me la dici la battuta “are you in?” eh? dai dai dimmela...
- Guarda che lo so che sei l’autrice.
- Vaffammokka, metto il link del trailer !! 
- Fa cosa vuoi che c’ho da fare, devo stimolare la memoria latente di Gnocco rinchiuso nella mente di David, pronunciando parole fuori dal contesto e vendendogli un orribile e pacchiano mulino decorato.
- Bah…

Sentendo questa assurda conversazione, David ci ripensa e torna da AbiGaja, provocando un’ulteriore scarica di alcolismo furente in MaryMargaret, che si reca al ristorante della Nonna e batte il record di Chupito (precedentemente detenuto sempre da lei). La Nonna, oltre al Ristorante di giorno e al Call Center Porno&Cartomanzia di notte, aveva aperto una chupiteria pomeridiana.

La puntata si conclude con la scena di Gnocco e AbiGaja, intenti ad attraversare il BoscoInfrattato, seguendo un sentiero impervio, pieno di cantieri, e per lunghi tratti ad una sola corsia, scelto da Gnocco, che si rifiuta di chiedere indicazioni. 
Dall’alto di un albero li osserva un bandito camuffato da BiancaNeve, cioè, no, BiancaNeve camuffata da bandito. 
Nel frattempo, il cuore di Gnocco è straziato, ma non può rifiutare il matrimonio con AbiGaja, anche se lei non potrà mai conquistare il suo paffuto cuoricino e diventare il suo vero amore. E Gnocco lo capisce molto bene, guardandola di sottecchi intenta a masticare croccanti coscette fritte di cucciolosissimi coniglietto appena nati.

... To Be Continued ...

Tenero Cucciolosissimo Coniglietto appena nato.

Ehm... Coniglio, uhm... tenero! Se marinato a dovere.