mercoledì 30 settembre 2015

Francia 2015 - Giorno VII

Anzitutto vorrei modestamente congratularmi con me stessa, per aver azzeccato già 7 numeri romani di seguito, nonostante i miei grossi limiti in materia. 

Ma torniamo alle ferie. 

Secondo entusiasmante ed estenuante, ma non quanto il primo, giorno a Eurodisney. Oggi visitiamo gli Studios, il parco nato per raccontare il mondo che si trova dietro la pellicola, dove la magia ha inizio.

Ora una serie di foto per calarci meglio nella magia…





















Alla fine della giornata, anche negli Studios abbiamo voluto fare una Grande Uscita di Scena. 

Così, mentre cercavamo di raggiungere faticosamente l'uscita, Ilaria comunicava a quanti più passanti possibili che lei mal sopportava la nostra compagnia e non accettava l'idea di allontanarsi dalla sua nuova casa, Eurodisney, dove noi, genitori insensibili, autoritari e repressivi, ci rifiutavamo di lasciarla vivere.
Una volta caricata in auto, si è immediatamente addormentata perchè “yaaawwnnn... sono popio stan-chiiii-ssima!!!”. 

Durante la consueta partita a carte serale a Davide è caduto un dente. 
Questo è un evento sempre molto atteso e felice per lui, economicamente parlando, perchè sa che verrà a trovarlo la Fatina dei Denti (FdD). 

E così, io mi perdo a riflettere (ma nel frattempo vinco la partita a carte) sul come sia possibile che questi bambini crescano con una madre che gli ripete costantemente che il dio che una mente umana può concepire non può esistere (con parole più semplici e tirando costantemente in ballo Harry Potter) e mi cascano sulla FdD [per non parlare di Babbo Natale (ma un giorno ne parleremo)]. 

“Ma esiste davvero?” 

“Ma certo.” 

“Anche se non posso vederla?” 

“Anche l’aria non puoi vederla, però la respiri” 

“Ilaria?” 

“L’aria, ho detto l’aria, ossigeno, idrogeno, azoto…” 

“Ma quelli si possono vedere col microscopio.” 

“Non cominciamo eh…” 

“Ma se sto sveglio tutta la notte in cucina?” 

“Eh no, non funziona, devi dormire.” 

“Ma se faccio finta?” 

“Se fingi e ti sgama, appena apri gli occhi lei, grazie ad un trucco di magia elfica, assume istantaneamente le sembianze di papà, in pigiama e in stato semiconfusionale, che stringe in mano una banconota da 5 € e ti intima di tornare a letto.” 

“Cinque? Il dente è pulito, ne vale almeno sei!!” 

“Metti in discussione l’insindacabile giudizio della FdD? Ti credi più furbo di lei e di tutti quelli che hanno diffuso la sua parola nei secoli? Nessuno, se non chi l’ha già fatto, può permettersi di modificare o reinterpretare la sua storia, al massimo posso farlo io, per riadattare e ricontestualizzare nella società moderna, e per non perdere clienti…” 

“Ma, non ha senso!” 

“Vedo che cominci a cogliere... Vai a dormire va.”



... To Be Continued ...

venerdì 25 settembre 2015

Francia 2015 - Giorno VI

Giorno VI

Lo sapevate che a Versailles è vietato trascinare i bambini perché i loro talloni tracciano dei solchi asimmetrici che rovinano il disegno dei vialetti? No, non lo sapevo neanch’io. Per fortuna abbiamo preso il trenino per attraversare i chilometri di parco che ci aspettavano… Ma rimettiamo in ordine la sequenza temporale.

Secondo giorno di inibizione a Eurodisney. Ci siamo svegliati molto presto, per preparare il pranzo al sacco e poi correre a prendere il nostro posto in coda in tangenziale, direzione Versailles.
Arrivati alla Reggia, abbiamo visitato anzitutto la Galleria storica, dove si ripercorreva cronologicamente la storia francese, da Luigi XIII ad oggi.
 
Per dare a Sara e Davide qualche informazione sui soggetti dei quadri che stavamo osservando, ho cercato di riesumare disperatamente qualche nozione di storia della Francia del milleseicento/settecentoqualchecosa:

Eh, la gente si batteva, bla bla bla, cavalli, carri stridenti, scoppi qua e là, combattevano lungo la Senna… ma il re tentennava…

- E poi? Cosa accadde? Cosa accadde?

- Dunque, alla Bastiglia la folla si scaglia, era tipo, la vigilia di una nuova battaglia, no? E il bastione si arrende, perché c’è la Rivoluzione, ma il re ancora tentenna…

- E poi? Cosa accadde? Cosa accadde?

- Spade lucenti e cavalli al galoppo, ma niente, il re continuava a tentennare...

- Ok, ma poi???

- Simone si è ritirata a vita privata con il Tulipano Nero, Danton e i figli di Maria Antonietta!! E adesso andiamo a magiare…


Prima di prendere il summenzionato trenino, ci siamo seduti a mangiare sugli scalini (N.d.A.: E chissà se siamo comparsi nel classico servizio di Studiò Ouvert “guardate che cafoni sti turisti".)

Ilaria voleva avvicinare alcuni passerotti, lanciando loro delle briciole, ma questi erano un po’ spaventati dall’andirivieni di un corvo. Davide voleva invece avvicinare il corvo, tirandgli delle briciole, ma il corvo puntava i passeri. La soluzione più logica sarebbe stata tirare le briciole ai passerotti, acchiapparli e tirarli al corvo, ma come al solito non sono stata presa sul serio.

Il trenino ci ha portato dal palazzo principale, lungo i giardini immensi, fino al le residenze estive, il Grand Trianon e il Piccolo Trianon.
 
- Cosa se ne facevano del Grand Trianon?

- Uhm, era il "dolce ritrovo" del re sole…

- La pasticceria reale?

- Una specie...

- E il Piccolo Trianon?

- Anche questo era un luogo per allontanarsi dal frenetico palazzo reale, usato soprattutto da Maria Antonietta, che veniva qui a rilassarsi con i suoi figli…

- Ma non era un po’ isolata? E se venivano i ladri?

- Beh, con scatto felino e agile mossa, sarebbe intervenuta il capo della Guardia Reale…


Per la prossima vacanza devo assolutamente prepararmi meglio.


Ci siamo rilassati un paio d’ore, passeggiando nella zona fattorie della Regina. 
È un parco veramente splendido e immenso, pieno di fiori, e Ilaria ha deciso che voleva fotografarli (tutti, uno ad uno). 

Anche Francesco si è dato al reportage per immagini, fotografando funghi, alberi dai tronchi contorti (N.d.A.: Lui ci vedeva una faccia, io un gattino. Non approfondirei oltre...), funghi, carpe enormi, funghi ai piedi di alberi contorti, panoramica di prato con molti funghi, Ilaria che si staglia su uno sfondo di carpe, altri funghi e una grossa fontana.

Tornati al capolinea, abbiamo fatto ancora qualche tipica foto da turista negli specchi convessi posizionati strategicamente sul retro (che poi era il davanti). 



Durante tutto il giorno un sole caldo e un gregge di nuvoloni grigi si sono costantemente alternati in cielo. Questo è il clima tipico della zona, nelle prime settimane di settembre, perfettamente espresso da questa statua, detta “Mi è sembrato di sentire una goccia”.

Non riesco a girarla... Boh?
Meno male che ho un lavoro, dovessi vivere di questo...

A concludere la giornata, la mia immancabile litigata virtuale con la macchinetta per il pagamento del parcheggio. 
Questa volta avevo le banconote, le monete e pure il bancomat abilitato maestro. 
Ma si era smagnetizzato il ticket del parcheggio. 

Sono andata alla cassa "umana" e ho spiegato all'addetto che "le ticket sé smagnetisè" e lui m'à domandè se avevo provato a togliere e rimettere il ticket nella cassa... "Ah, mon dieu, bien sur j'ai pruvè..." Quindi il m'à fait an nuvò ticket mais je duvrè fair plù de atansion la prochaine fois... 
Ma atansion de qois?? che le ticket mica l'ho smagnetisà moi!!

aH, pARbLEU!!!



… To Be Continued … 

martedì 22 settembre 2015

Francia 2015 - Giorno IV e V

Giorno IV

Finalmente, oggi visiteremo la vera meta delle nostre vacanze. La meta principe. La meta principessa, va. Venti minuti di macchina ed eccoci a Eurodisney. 

Dopo un anno di ricerche su internet e indagini su ogni forum, siamo alle casse, pronti a sganciare i nostri 108 € a persona per un abbonamento annuale valido dal 3° giorno successivo alla sottoscrizione. (N.d.A.: Potrebbe non sembrare, ma è davvero la soluzione più economica per 5 persone, ci sono alcune formule pacchetto che richiedono in pegno il primogenito.)

Dopo aver convalidato il nostro passaporto, dispieghiamo la mappa del parco per capire come muoverci e decidiamo di procedere alla cazzo, tanto abbiamo un sacco di tempo, e lo facciamo correndo, perché ci piace essere bipolari.

Per fortuna il check-in dello StarSpeeder3000 è proprio davanti a noi. Ma non facciamo in tempo a salire ed allacciarci la cintura di sicurezza, che il droide al comando perde il controllo del mezzo e ci fa precipitare fuori dalla stazione spaziale, per rimanere subito coinvolti in uno scontro tra l’Alleanza Ribelle e i caccia del malvagio Impero Galattico. In qualche modo il cargo rientra alla base, dopo aver attraversato un campo di asteroidi, e scendiamo sani e salvi, smadonnando in più di sei milioni di lingue. 

Mentre Ilaria e Davide sbocconcellano la seconda colazione, Fra e Sara vengono sparati su un cannone dalla Terra alla Luna. Appena scesi, siamo tutti convocati dal Buzz Lightyear (N.d.A.: Buzz in francese viene tradotto in Buzz L’eclair, e non ho capito bene se sta per l’eclair il fulmine o il bignè ripieno di forma allungata) per combattere contro le truppe del malvagio imperatore Zurg. Vinta anche questa battaglia, ci avventuriamo verso Fantasyland, la zona del parco dedicata alle principessine gnagnarellose.

Moltissimi bambini che vengono portati a EuroDisney sono travestiti da principesse/principi/pirati/olaf (vestito originale, minimo 50 euri), alcune (tante) principesse hanno anche il set scarpette (col tacco)/ guanti/ corona/ parrucca/ borsetta...
Ovviamente Ilaria è rimasta colpita, in un primo momento, da queste mini-parate, ma sono riuscita a spiegarle, da genitore moderno, che non dice bugie ai suoi figli ma spiega loro la verità con parole semplici e con un ragionamento “accompagnato”, che c’erano validi motivi pratici per preferire un abbigliamento sportivo e comodo. 
Purtroppo il ragionamento accompagnato è faticoso, infatti, giunti alla fatidica "richiesta acquisto palloncino a testa di topo", mi è uscito un “lo sai che spesso i falchi che volano in alto sopra il parco, vedendo i bimbi col palloncino da lontano li scambiano per topi e si lanciano in picchiata per agguantarli con i loro artigli e portarli via?”. 
Un elevato inarcamento di una singola arcata sopracciliare di Davide è bastato a chiudere l’argomento.

L’entrata principale nella zona gnagnarelle è attraverso il famoso Castello di Aurora. Oltrepassato il portone si possono visitare il castello, la piccola boutique dei gioielli delle principesse, la piccola sartoria dei vestiti delle principesse, la piccola casetta delle delizie zuccherose delle principesse e il piccolo cottage del punto prelievo bancomat per il re e la regina. Noi, da repubblicani convinti, siamo andati sulle giostre dei vari PeterPan, Pinocchio, Alice, Dumbo (tutti abbastanza anti-monarchici, tendenti alla libertà personale e alla liberalizzazione delle droghe leggere, non volendo dare troppo peso allo sfortunato incidente con gli psicofarmaci di Alice).

Dopo pranzo ci siamo dedicati a pirati, miniere e case del terrore. 

La casa stregata era molto attesa da Sara e Davide, che si aspettavano chissà cosa. Di conseguenza, appena entrati, constatando che l’attrazione era sì “costruita bene” a livello scenico, ma in realtà poco terrorizzante, i giovani grilli stavano già iniziando a sbuffare di noia. Come non approfittarne, aggiungendo un piccolo tocco personale all'attrazione? 
Appena saliti a bordo del “divanetto-giostra” ho artigliato da dietro il braccio di Davide, sprigionando una risata maligna&profonda. Ho quindi ottenuto, a differenza della giostra, una recensione brillante e molto positiva da parte di Sara.

Ultima tappa, il teatro del Far-West, dove ci attendeva la principessa Anna di Arendelle, intenta a preparare una festa a sorpresa per sua sorella, la regina Elsa! 
Ma... oh nnnooooo! Una tormenta di neve ha impedito al coro di cantanti di raggiungere il palazzo! La festa rischia di essere rovinata, cosa si può fare?? Pubblico del teatro, volete darci una mano voi?? Siiiii!!!!! Volete essere voi il nostro coro? Doppio siiiii!!!! Dai allora, tuttiassieemeee!!! (N.d.A.: Nei prossimi giorni lo rivedremo altre due volte, facendo un rapido calcolo posso dire di aver visto all'incirca un migliaio di piccole Else effettuare tutte insieme le famose mosse “ innalzamento palazzo” e "sbattuta di piede sullo scalino” e migliaia di genitori/nonni cantare libereèèè... delivreeeèèèèè!!!  Molto commovente.)

Prima di uscire, la parata è un must di EuroDisney. Ma non quella ufficiale, che vedremo nei giorni successivi. La prima sera abbiamo partecipato alla parata-spettacolo intitolata  “Diventa tu la protagonista”, a cui le famiglie potevano partecipare, ognuno con la propria scenetta personale, inventata/ interpretata/ cantata e ballata da sé. 

La trama della nostra scenetta è stata la seguente: una piccola principessa viene trascinata per mani e piedi dalla servitù crudele verso le porte di uscita dal parco, lei canta la famosa canzone “Resisterò", il cui ritornello “Voglio restare a vivere qui per sempre” riceve dalla malvagia servitù la risposta corale “Dai che torniamo nei prossimi giorni”, ma la piccola (e un po’ smoccolante) principessa non si arrende e proclama a pieni polmoni “Non voglio andare via maaaai piuuuuuù”, al che la servitù decide di risparmiare il fiato nei controcanti e aumentare la forza di trascinamento.

Mentre impersonavamo la nostra scenetta, ho notato che altre famiglie avevano avuto idee simili, ma posso dire con certezza che gli acuti di Ilaria hanno raggiunto livelli ineguagliabili, facendo precipitare un intero stormo di passerotti appollaiati sui lampioni della Main Street (lampioni che non si sono animati e non hanno partecipato al coro, particolare abbastanza deludente…).

Sfatti e disfatti siamo tornati a casa, quasi ringraziando la sorte che nei due giorni successivi l’ingresso per gli abbonati non sarebbe stato disponibile, dandoci così il tempo di riprenderci. 


Giorno V

Giorno V,  V di Verstiegenheit.

Una parola tedesca che sta per "vagare da soli, per territori inquietanti e desolati, al di fuori di ogni limite cartografico e segnale di direzione". 

In pratica, sono andata a cercare un supermercato. Ma, avendo fatto tardi la sera prima, leggendo David Foster Wallace, ci sono andata con la mente ingombra di nuove idee,  incredibili costruzioni di frasi e paragrafi per parlare della dipendenza, una delle condizioni umane più... Toh guarda! Una boulangerie… Avranno i macarones? Io adoro i macarones!!

Cosa stavamo dicendo sulla dipendenza? Oh, sì, Wallace, dio sceso in terra per illuminare gli uomini, e il suo capolavoro, Infinite Jest. Riflettevo sulla casualità della prima ingestione da parte del protagonista di un pezzo di muffa… Toh guarda, roquefort! E guarda che bel tronchetto di capra! 

Vabbè. Non scriverò mai il romanzo del secolo, in compenso preparerò un bel tagliere di formaggi locali per pranzo. E dopo la frutta, i macarones. 

Oggi, non potendo entrare a Eurodisney, ne approfittiamo per fare un po’ di spesa e bucato. 
Dopo un leggero pranzetto che ci lascia vagamente storditi a livello intestinale, Fra ed io giochiamo a carte. Neanche due partite e quello trova una scusa qualsiasi per scappare e io mi ritrovo seduta da sola in veranda. 

Riprendo Wallace, e mi ritrovo invischiata in una riflessione sull’esistenza di infiniti più grandi di altri, e su quante cose possono collocarsi tra due cose indipendentemente da quanto spazio ci sia tra esse. Smetto di leggere, persa tra i miei pensieri. Perché anche questo ti fa un bel libro, ti fa smettere di leggere e iniziare a pensare. Dunque esistono infiniti più grandi di altri? E se uno di questi infiniti contenesse, che so, i panni da piegare/ stirare/ smistare, potremmo immaginare un sottoinsieme finito di cassettiere che li contenga e infilarlo in uno spazio infinito creato ad hoc negli spazi vuoti tra un atomo e l’altro della nostra cassettiera? Cioè, tornati a Torino, ce la compriamo un’altra cassettiera?

Termino il pomeriggio in bellezza, fotografando i tre pucciosissimi gattini che nel frattempo erano saltati sulla veranda. 

Cena e nanna, un finale forse scontato, ma che non delude mai, come i macarones.





Nota post vacanza: Non abbiamo comprato cassettiere extra. Non ho ancora finito con Wallace, per via delle note, delle postille, delle virgolette e dei paragrafi infiniti... 


… To Be Continued … 

giovedì 17 settembre 2015

Francia 2015 - Giorno III

"Parigi val bene una mensa", credo si usi dire, nel senso che dopo che hai pagato il parcheggio, vai alla mensa dei poveri, ma sei felice perché hai rivisto Parigi.

Occhei, ricominciamo da capo. 

Ricominciamo, precisamente, dalle 7:30 del mattino del 30 agosto, ora in cui NON suona la sveglia perchè ho dimenticato di mettere il cell sotto carica. Quindi ci svegliamo alle 8:30, al suono della sveglia manuale, e pazienza. 
La sveglia manuale, che suona senza essere caricata, ha sempre una suoneria stranissima, che ancora non ho capito come disinstallare o almeno come far partire all’ora che dico io, e fa più o meno così: “mi fai un panino alla nutella peffavoreee sìiiiì??”. 

Fra gentilmente si alza, prepara il panino alla sveglia e poi scatta il teatro dell’assurdo:

-Vuoi le fette biscottate?
-Eh?
-Le fette biscottate, col tè…
-E DOVEVI PORTARMI FINO A PARIGI PER CHIEDERMI IL DIVORZIO????

Terminato il mio cappuccino senza caffè con croissant, partiamo alla volta di Parigi. Incredibilmente, usciamo dalla tangenziale quasi in centro, e parcheggiamo sotto Notre-Dame, da cui ci piacerebbe osservare la vista panoramica (96 metri di torre), ma avendo solo due giorni a disposizione ci accontentiamo di una rapida occhiata panoramica alla coda per salire (1850 metri di persone) ed entriamo a visitare la chiesa.

Il coro è circondato ai lati da due transenne, decorate con bassorilievi che raffigurano la vita di Cristo (stando un po' all’interpretazione di Davide, che avendo fatto solo la prima non ne sa molto, e un po’ alla mia):

1) Gesù al teatro dei burattini;

2) Gesù vorrebbe andare in gondola (ma è piena, sale sulla prossima);
3) Gesù viene chiesto in sposo (questa è mia);
4) Gesù aspetta il tavolo (mia)/ Gesù aspetta la pizza (Davide).


Dopo Notre-Dame, camminiamo lungo la Senna, davanti alla piramide del Louvre, poi ci passiamo tutti i giardini delle Tuileries e finalmente stramazziamo su un praticello, a 100 metri dalla Tour Eiffel. 

Sbocconcellati un paio di hot-dog da 24 cm l'uno e l'immancabile crostatina ai lamponi, ci imbarchiamo sul BatoBus, 8 fermate con biglietto sali e scendi. 
L’ordine delle fermate è:
-Orsay
-SaintGermaindesPres
-Mi scappa la cacca (discesa obbligatoria)
-NotreDame 
-Devo fare pipì (si resiste fino alla successiva)
-JardinDesPlants
-Devo proprio fare pipì (dai, ancora una)
-Hotel de Ville
-Papà Devo Pisciare (discesa obbligatoria)
-Louvre
-ChampsElysée
-Facciamo un altro giro?(solo fino al parcheggio)

Arriviamo quindi in barca fino a Notre-Dame e giriamo 5 minuti buoni per capire dove si trovi l’accesso pedonale al parcheggio. 
Trovato l’ascensore, arrivo alla cassa e subito devo risalire perché si paga solo in contanti, niente bancomat, e vabbè, corro a ritirare. 
Una volta ridiscesa scopro che la cassa accetta sì i contanti, ma solo UNA banconota per transazione, e la banconota NON può essere da 50. 
La mia transazione è da 34 €, ovviamente NON ho 14 € in moneta.

Reprimendo a stento alcune considerazioni sulle cause scatenanti della Rivoluzione Francese, cerco di esporre le mie ragioni all'impiegato dell'ufficio assistenza. Ma, ahimè, l’impiegato è evidentemente un nipote di aristocratici  rientrati in seguito alla Restaurazione. 

Adesso basta, il popolo è affamato!!

Dopo una veloce consultazione degli Stati Generali, sventolando a mo’ di vessillo della libertà le mie due banconote da 20, torno alla carica e costringo il vile alla resa, pago in contanti e ottengo la firma del re sulla Dichiarazione del Diritto dei Grillo ad uscire dal Parcheggio. (N.d.A.: Nella giornata XIV vi racconterò le ancor più mirabolanti gesta dell'autrice alla cassa del casello autostradale...)

L’uscita da Parigi non si rivela facile come lo era stata la presa del mattino.
Ci ritroviamo quindi a girare, come degli scemi (N.d.A.: Perchè siamo andati a Parigi senza un mappa della città e una volta lì non ce la siamo neanche procurati, avevo accennato a questo piccolo particolare tipico della nostra organizzazione standard? No, meglio di no...). 

Dopo 25 minuti di giravolte ritroviamo la periferique e ce ne torniamo a casa, stanchi ma liberi, uguali e fraterni.

... To Be Continued ... 


martedì 15 settembre 2015

Francia 2015 (Giornate I e II)

Quest’anno, come tutti gli anni, durante le nostre ferie ho tenuto un piccolo diario di bordo. 
Essendo in versione analogica (elaborato da un software bio-chimico, stampato con meccanismo muscolare ad impulso neurale, utilizzando inchiostro in cartucce e supporto a base di cellulosa) ci metterò qualche giorno a correggere/ censurare/ digitalizzare il tutto.

Giorno I

Partiamo con energia ed entusiasmo alle 3 e mezza di notte, stipati su una (inserire aggettivo esaltante le caratteristiche dell’auto dello sponsor che prima o poi troverò) macchina (per ora, ma forza, fatevi sotto case automobilistiche, è tutta pubblicità scontatissima!!). Arrivo a Troyes h 11:00. 

Purtroppo pioviggina e la nostra passeggiata in centro non parte sotto i migliori auspici, riusciamo comunque a visitare 2 bellissime chiese gotiche (le altre 47 magari la prossima volta). Molto affascinante l’architettura medievale (di chiara ispirazione disneyana) e l’atmosfera che dona alla città.

Ripartiamo alla volta di Pommeuse e ci rendiamo conto di un simpatico fatto che renderà parte delle nostre vacanze una fantasiosa caccia al tesoro. 
Pommeuse non compare sul mio stradario (potrei citare la marca, in cambio di 4 gomme nuove), ma non importa, tanto Fra ha scaricato una mappa che funziona anche off-line. Peccato scoprire in quel momento che qualcuno (che non sembra tenerci molto ad avere l’università pagata) l’ha cancellata per fare posto a "Winx-vesti la tua fata per il ballo (acquisti in app)”…
Occhei, non importa, ho stampato per sicurezza le istruzioni e il foglio di viaggio. Le seguiremo senza la mappa, a occhio. 

(N.d.A.: Dopo 4 giorni tra campeggio, Provins, Parigi e Disneyland, ho capito dove doveva trovarsi Pommeuse sulla cartina, triangolando i dati e sbirciando su uno stradario più figo del mio in un supermercato. Volevo comprarlo ma costava 25 euro, l'equivalente di 30 croissant, per capirci!!)

Mentre ci dirigiamo verso la nostra meta finale, ignari delle 12 inversioni di marcia che ci attendono, ci cade l’occhio sul paesaggio collinare che ci circonda.. Poche case, trattori, qualche mucca sparsa e poi campi coltivati a perdita d’occhio. 
Siamo quindi immersi nell’esaltazione lirica della vita bucolica e della sua notevole salubrità (?) quando notiamo elevarsi di fronte a noi una incredibile torre di fumo bianco che termina in alto, dentro un mare di nuvoloni grigi… Cacchiarola.

- Ammazza, ci aspetta un tornado…
- Magari ci sono anche gli squali, wuaaaargggh, sharknado su disneyland!!
- Davide piantala! Che si fa? Non sembra pericoloso?

Boh, sembra anche lontana, oltre che pericolosa, e decidiamo di proseguire. 
Decisione rivelatasi corretta. 
Quello che pareva presentarsi come un demoniaco tornado devastatore di mondi e distruttore della civiltà così come la conosciamo, era in realtà una (enorme) colonna di fumo di scarico della centrale nucleare locale, assolutamente innocua secondo gli scienziati (innocua solo per le meduse e solo tra 50 milioni di anni, ma non scendiamo i noiosi e apocalittici dettagli, tanto gli scarti della lavorazione mica li tengono lì, li stoccheranno su qualche lontanissimo pianeta, tipo, non so, l’Atlantico? il Mediterraneo?).

Persa l’ispirazione poetico-campestre, torniamo a dedicarci alla mappa. Quando il contatore della benzina segna 30 km di autonomia, decidiamo di investire 50 cent., per la serenità della famiglia Grillo, e abilitiamo il traffico in roaming, quel poco che ci basta per capire dove cazzo siamo e come cazzo si arriva a quel cazzo di campeggio. Ma non eravamo nervosi cazzo, questo no, eed eccoci al Camping "Le Chien Gris", non ancora divorziati. SèPluFasil!

Finalmente arriviamo e scarichiamo i bagagli. Quest’anno ero davvero convinta di aver realizzato il miglior invaligiamento di sempre. E invece. Mancavano le calze di uno dei partecipanti. Vabbè, si è poi arrangiato con alcune delle mie, che sono unisex. 
(N.d.A.: Ottimo risultato, vedi Foto 1.)

Foto 1

Sistemato tutto, si cena. e sembra filare tutto liscio, ma manca il brio, quindi, ad un certo punto, lo sceneggiatore dei nostri dialoghi decide di mettere Davide in una situazione potenzialmente a rischio:

- Papà, ma perché le donne sono sempre così scorbutiche? (N.d.A.: Il rischio era notevolmente aumentato dal fatto di parlare al papà ma puntando lo sguardo in un'altra direzione, casualmente la mia, che avevo appena finito di cazziarlo, ma in maniera lieve, per un qualcosa che mo' mi sfugge.)
- Ma no Davide, vedi…le donne sono dei fiorellinii… (N.d.A.: E già lì mi stava partendo l’embolo...)
- Ma quale fiorellino, che quando mi dà uno schiaffo mamma mi ribalta!!!

(N.d.A.: Vorrei sottolineare che Davide è lo stesso bambino che sostiene che “se la maestra lo sgrida e papà lo scopre lo riempie di sberle”, e prima o poi ci fa arrivare gli Ass.Sociali a casa.)

Dopo cena, le nostre occupazioni tradizionali, immutate e ormai facenti quasi parte di un rito, da 12 anni a questa parte, sono: Fra alla moka, io alla preparazione mazzo di carte.

Insomma, la serata procede bene, seduti a tavola, sorseggiando un ottimo caffè e guardando i pupi giocare, riflettiamo sul tempo che passa, e loro che di anno in anno crescono e la vita è un circolo (già si sentiva lo scalpitare delle zebre che volevano irrompere in scena per cantare un medley del Re Leone) e poi... non so come, l'atmosfera si incupisce (e Fra si acchiappa la sua prima cavagnata di bastonate a carte).

La casa mobile in cui alloggiamo è di circa 25/30 m², con tazza del cesso praticamente aggettante al divano. Mentre eravamo ancora quasi tutti seduti sul divano a giocare a carte (io), ascoltare musica (Sara), imprecare (Fra), riceviamo una simpatica telefonata:

-Prrrrrr
-Prrrooontooo? Chi è?
-Sono la cacca di Ilaria, sono un po’ in ritardo ma sto arrivaaaandooooo….

Davide si è rotolato dal ridere dal divano direttamente al letto.


Giorno II

Sveglia presto, vestiti comodi, scarpe da runner Mizuno che possiedo da 7 anni ma sono sempre valide e funzionali e hop hop… via! Una fresca e agile corsetta verso la boulangerie. Rapido ritorno a casa, con una fragrante (vabbè, due fragranti) baguette sotto il braccio, e giù una serie da 4 x 3 ripetizioni di inzuppamento baguette con nutella in un caldo cappuccino. Addominali salvi anche stavolta (li colleziono, sono già a 5 strati).

La mattinata viene dedicata a riposo&relax in piscina. La temperatura dell’acqua dev’essere all’incirca sui 6 gradi, perchè vedo tutti i nostri co-campeggiatori (dall’aspetto un po’più nordico), spaparanzati con costume e crema protettiva 30. I miei figli hanno la muta da sub felpata… 

Quando le labbra di Ilaria diventano viola, è il segnale che forse è il caso di andare un po' nell’area bimbi, ma anche lì non avremo miglior fortuna, in quanto un bimbetto decide di cagarci dentro e il suo papà si “dimentica”di pulire.

-Pranzetto? 
-Siiii!!!! 
-Partitina digestiva? 
-Sì, dai ieri ero stanco, oggi ti scasso

Mezz'ora dopo, Fra decide che è venuto il momento di chiudere con le carte per tutta la vita e oltre, quindi decidiamo di andare a fare una gita.

La nostra meta è Provins, famosa per le sue fortificazioni murarie e la imponente Torre Cesare. 

Per calarci meglio nell’atmosfera delle incursioni barbariche dell’Alto Medioevo, "leghiamo i cavalli in piazza" e ci dirigiamo con fare arcigno e minaccioso alle vetrine della boulangerie locale, che decidiamo immediatamente di porre sotto assedio. Una volta sfondata la porta d’accesso principale, ci impossessiamo di 2 éclaire al cioccolato, 2 “polonaise”, una crostatina mandorle e lamponi e un brownie al cioccolato (10€).

Come simbolo della conquista territoriale, scartiamo il nostro bottino e lo inghiottiamo/ dilaniamo, seduti su una panchina del giardino del municipio, sotto gli occhi esterrefatti dei due cigni del laghetto artificiale. Soprattutto la Polonaise, che non avendo il cucchiaino, dobbiamo scavare con le dita direttamente dallo stampino di stagnola, ci dà un aspetto barbarico.

Per smaltire passeggiamo fino alla Torre Cesare dove, per la gioia di Davide, essendo la Festa del Raccolto (credo) sfilano in parata i trattori storici e poi le macchine vecchie. Non ricordo i modelli, ma mi sembra fossero una “ohguardaquella”, un paio di “mammachefigaquella” e tantissime “quellaèunagranmacchinapapà!!”.
Ultima visita alla chiesa di Saint-Ayoul, che credo compaia su tutti i principali manuali di restauro architettonico, alla voce “Come Non ristrutturare una Chiesa del 1300. Lezione 1: non ubriacarsi”. 

-E quello?
-Sarà il santo locale, amore (N.d.R.: Ayoul, ovviamente.), vedi, è decollato.
-E dov’è atterrato?
-AHAHAHAHAA (so’ figli miei).





Annotazione Post Vacanza:

Dopo qualche giorno (più di 5, meno di 3000), una brochure illustrata di Provins (chiesa, museo artigianato locale, Torre, veniteci a visitare siamo fighissimi, etc.) gironzolava ancora per il soggiorno. Un membro della famiglia, adulto, attualmente non impegnato a giocare col computer ma a scrostare il termosifone per ridipingerlo (non voglio però dire chi di noi, per la praivasi) acchiappa la brochure e mi fa: “Bella sta cittadina, riusciamo ad andare a visitarla?”.

Se il prossimo anno lo porto in Spagna e gliela spaccio per Portogallo magari ci casca. (N.d.A.: Non che non voglia andare in Portogallo, ma che viaggio lungo…)

... To Be Continued ...