mercoledì 19 agosto 2015

Finalmente un post poetico

Tutte le volte che cucino dei calamari/ totani/ seppie, mio marito mi chiede: “chissà qual è la differenza?”. 
Non ottenendo da me una chiara ed illuminante risposta, si dedica al cibo.
Ma resta il dubbio, lo leggo nei suoi occhi. 

Quante volte ho finto di dormire, ma l’ho spiato con tenerezza svegliarsi alle due di notte, aprire la finestra e guardare verso il cielo stellato, quasi a voler domandare agli astri, abitanti dei gelidi e vuoti spazi siderali, da dove osservano la vita degli esseri umani andare e venire e ricoprire la terra come buffi, scomposti e tormentati granelli di sabbia, alfine spazzati dalla marea, se almeno loro avessero scoperto, nel loro orbitante peregrinare che dà forma ad infinite costellazioni, dove invano l'uomo tenta di leggere un destino, un segno, un messaggio del divino la cui esile fiammella di vita forse ancora si agita nella nostra cassa toracica, quale fosse la differenza. 

Ma le stelle, lontane milioni di anni, tacciono. Le loro orecchie (N.d.R.: le orecchie?) sono sorde ai lamenti di colui che a loro si rivolge, in cerca di conforto. Che la luce che ancora illumina le nostre notti sia solo un pallido riflesso della loro antica e ormai spenta coscienza, che giunge a noi attraversando una distanza talmente vasta e con la lentezza assoluta di un tempo la cui durata resterà per sempre inconcepibile alle milioni di generazioni umane che solcheranno ancora l'universo, ancorate a questa roccia vagabonda che chiamiamo casa? 
O forse è solo che dovrei diminuire la dose di aglio nel soffritto?

Dopo aver cessato di fingere di dormire, per addormentarmi davvero, finisco di dormire verso le 7 del mattino. Ed ecco, una forza interiore mi sveglia e mi dà carica, energia ed entusiasmo. Poi scopro di aver terminato le brioche e di dover fare colazione con le fette biscottate integrali, e di nuovo precipito nel baratro dell'apatia. Ma non sarà questo a scoraggiarmi, no, oggi risponderò al quesito che tormenta le notti di mio marito. 

E dopo neanche 14 ore, eccomi qui, pronta ad addentrarmi nella selva delle domande, alla ricerca della verità, la luce della conoscenza illuminerà il retro dello schermo del mio pc, nulla mi distrarrà da quella che è la mia missione, il mio scopo, la mia... uh, guarda qua, ma questo è un cortometraggio ispirato al mondo di Harry Potter, che figata!

Aspe', dicevo, dunque. Vu vu vu ui-chi-pe-dia punto it. Ah, ecco. Calamari... totani... e seppie.

Or dunque, qual è la differenza tra questi tre squisiti esseri viventi?
Ecco i principali tratti distintivi di questi molluschi Cefalopodi (=il corpo è fatto da una testa voluminosa e da un grosso “piede”, che si è evoluto nel tempo).

Totano: 10 braccia (di cui 2 più lunghe), pinne laterali romboidali corte, colore rosso violaceo;

Calamaro: 10 braccia (di cui 8 più corte), pinne laterali lunghe quasi metà del corpo, colore bianco;

Seppia: 10 braccia (di cui 2 retrattili, più lunghe, adibite anche alla riproduzione) (N.d.R.: Quest’ultimo è un simpatico e comune retaggio, che nell’evoluzione non è andato del tutto perso negli esseri umani, che a volte sentono ancora la necessità di copulare con le proprie braccia), cambia colore in base al fondale, quindi suppongo sia corretto dire "colore banco frigo del Carrfûr",

Se questi veloci tratti descrittivi non dovessero essere sufficienti, ecco come riconoscere i 3 animali in base agli ambienti in cui si trovano:

Il totano si può trovare spesso adagiato su di una piastra rovente, intento a sfrigolare con passione, trafitto da bastoncini di legno che impediscono il naturale arricciamento dei bordi. Altro punto ideale per l’osservazione dei totani sono i bordi delle padelle piene di olio caldissimo, dove i totani si immergono, ricoperti di pangrattato, per rendere la loro consistenza esterna più croccante.

Il calamaro è facilmente avvistabile dentro padelle, ricolme di aglio, cipolla e pomodorini, dalle quali ad un certo punto si allontana per rifugiarsi su un letto di bucatini al dente.

Le seppie, se di piccole dimensioni, adorano fare il bagno in guazzetti di pomodori e piselli. Oppure si infilano sui soliti bastoncini di legno, vicino agli amici gamberetti, e sfrigolano anche loro con passione su di una piastra rovente.

E con questo, abbiamo concluso la nostra dissertazione delle 23:56. Buonanotte!!

Un doveroso ringraziamento al summenzionato marito, che mi ha prima ispirato e poi supportato nella redazione di questo post, uccidendo due pericolosi insetti che si erano avventati su di me, attratti dalla luce dello schermo del pc (ah, la famosa e pericolosa luce della conoscenza).

Un ringraziamento speciale anche a Zia Virgi, che questo Pc mi ha donato, permettendomi di sfogare le mie ansie qui, anziché là fuori, nel pericoloso mondo della socializzazione reale.


2 commenti:

  1. È un iMac!!! iMac! iMac! Ummisignur, santa pazienza, etc. etc.
    Ma alla fine, quali sono quelli che Rosetta cucina ripieni al forno? I totani o i calamari?

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  2. Trattasi di iCalamari, per la precisione.

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