venerdì 20 marzo 2015

Mamma Distratta 1 (1 perché sento che la serie sarà lunga, inoltre ho difficoltà con i numeri romani)

C’era una volta un bambino. 

Amato e coccolato.

Da bere ne aveva, da mangiare ce n'era, l’insalata era nell’orto, e un letto a castello avevi tu.

Aveva libero accesso all’istruzione statale, bonus-extra musicale&sportivo, partecipava a vacanze annuali di livello medio-buono (per lui, che non si doveva occupare né della raccolta fondi pro-casamobile, né della logistica bagagli, e nemmeno dell’organizzazione letto-cucina-piatti-lavatrice) e nel tempo libero veniva scarrozzato a destra e sinistra (ma più a sinistra, per dare l'imprinting corretto) a trovare nonni, cugini... insomma, faceva cose, andava in posti, vedeva gente.

Che problemi può avere un bambino, in una condizione politico-sociale mediamente accettabile? Problemi per tenere su un minimo di trama e suspense in questo post, intendo.
Una mamma un po’ distratta potrebbe costituire un piccolo neo (...152 cm x 58 kg...), un medio-grosso neo alla perfezione.

Dialogo reale
- Mamma, la prossima settimana andiamo in gita!
- Ah sì? Bene, bene..

Cosa succede nel mio cervello
- Mamma, la blablablabla gita!
- Ah sì? Bene, be che cavolo, ma quando ha imparato a parlare questo? non gli stavo togliendo il pannolino ieri? oh, vediamo che c’è da cucinare, meno male che abbiamo finito con le pappe... pappappero... il papa a Torino, devo ricordarmi di cominciare a mettere giù qualche cazzata, chissà se mi hanno approvato le ferie, magari un giretto al mare a giugno, un a gitarella.. gita? Ha detto gita? bene…

Dialogo reale
- Mamma, questa settimana andiamo in gita!
- Sì, l’ho letto sul gruppo di Whatsapp, amore…

Cosa succede nel mio cervello
- Mamma, questa bzzz bz bz bzzz bzz bzzzz gita!
- Sì, l’ho letto minchiaaa, devo ancora rifare i letti.. ma che palle, ho due nuovi fighissimi libri da leggere, leggo i letti sopra i tetti, shalla la la la lalla, cut up Maria.. chissà se sono arrivati i turni, fammi vedere sul gruppo di Whatsapp, amore...

Dialogo reale
- Mamma, domani vado in gita, mi serve il tesserino del tram e la merenda per il mattino!
- Davide, lo so... ti metto tutto nello zaino domani mattina.

Cosa succede nel mio cervello
- Mamma, domani sarà, un  giorno migliore vedrai... tram e la vida loca, upsaidinsaidaut shislivinlavidaloca... gita!
- Eh??? Sì, Davide, lo so, ti metto tutto nello zainoh cazzo cazzo caaazzooo... e mo’? avranno scritto qualcosa sul diario?... ”portare zainetto con merendina”... ok, se non vogliono il pranzo al sacco vuol dire che, o rientrano per mezzogiorno, o gli danno il pranzo lì, quindi comunque non è un problema... lì... lì dove...?!? ommioddiosantissimo, dove cazzo va mio figlio di sei anni e mezzo domani mattina? c’è pure l’eclissi e io non so dove va... glielo chiedo? sì, così poi pensa che sono scema... lo chiedo a Sara? uhm.. no, lei ha già fin troppi sospetti sul mio essere scema… Ilaria? lei SA che siamo tutti scemi qui dentro... Uffaaaa... troverò un modo di scoprirlo domani mattina.

- Allora, non vedi l’ora di andare eh?
- Eh sì..
- Ma... cosa farete lì, di bello?
- Boh?
- Ma le maestre non vi hanno preparato? qui lo frego...
- No, non ci hanno detto niente.
- Ma non è che non le stavi ascoltando come tuo solito? ...aria di sgridata, fai la faccia giusta, dai che ci siamo...
- Adesso ricordo, hanno detto di avervi spiegato tutto alla riunione!
- Ah bene! ...cazzocazzocazzo... allora, ha detto tram… mentre cantava ricky martin l’ho sentito dire tram, sono sicura, il tram.bus.to l’hanno fatto… vorranno il tesserino annuale della gtt… 
- Ma dov’è che ci portano?
- Prenderete il Tram e ci sarà una sorpresa bellissima!!
- Non è che non lo sai neanche tu?
- Mi hai preso per scema???

Ovviamente la storia non si è svolta esattamente così, l’ho romanzata un po’… 
Sapevo dell’imminente gita, avevo anche intuito che si sarebbe trattato di una visita di mezza giornata. 
Visita a cosa, non l’ho saputo se non al pomeriggio, vedendo Davide tornare a casa con il suo bustone pieno di pane, impastato da lui, e cotto nel forno del laboratorio di panificazione per l’appunto visitato in mattinata.

Anche quest'ultima affermazione è un po' romanzata. 
In realtà non ho visto Davide "tornare a casa", sono arrivata tardi a scuola, e ho effettuato la classica telefonata delle 16:25 "...sono davanti all'asilo, mi recuperi Davide?? arrivo grazie scusa grazie arrivo scusaaa...". 
Poi, recuperato Davide e scoperta la meta mattutina, siamo andati a karate, dove Ilaria si è scofanata mezzo chilo del suddetto pane mentre aspettavamo nello spogliatoio. 

Quando andiamo a karatè siamo bellissimi, ma dovrei dire bellissime, in quanto su una mandria di dieci persone, solo una ha il Cromosoma Y.
E quando attraversiamo la strada siamo ancora più belle, "bimbi pecorelle" davanti, "mamme pastore ma cariche come muli" dietro.

Vabbè. Anche oggi, puntini di sospensione come se piovesse. Buonanotte.

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